Descrizione
Come Lubitsch, Guitry ha un suo specialissimo « tocco», un suo inimitabile umorismo fatto di grazia, malizia e candore.
Sacha Guitry è stato, negli anni Venti e Trenta, l’irresistibile rappresentante del théâtre de boulevard, e ha incarnato al massimo grado l’esprit parisien, fatto, sul palcoscenico e sulla pagina, di dialoghi perfetti e intrighi deliziosi, e, nella vita, di leggerezza, impertinenza e vanità. «Un Marivaux in giacca e cravatta», come fu definito, capace di rappresentare il gioco dell’amore e della seduzione in tutte le sue possibili variazioni. Non a caso sarebbe stato apprezzato dai critici della Nouvelle Vague, e in particolare da Truffaut, che vedeva in lui un «autore completo», alla stregua di Chaplin. Nell’immensa produzione di Guitry, Memorie di un baro è l’unico romanzo che, come scrive Edgardo Franzosini, «con il suo humour nero, il suo sorridente cinismo, la sua amoralità, le sue frasi rapide, ha la grazia scintillante di un apologo scritto per celebrare il piacere del gioco». E le avventure del protagonista – che al
pari del Felix Krull di Thomas Mann comincia lavorando come groom in un albergo di lusso, di cui seduce le attempate clienti, per intraprendere poi una fruttuosa carriera nei casinò di mezza Europa – sono narrate da Guitry cercando la divertita complicità del lettore, che non potrà non rimanerne incantato.
Nato a San Pietroburgo nel 1885 e morto a Parigi nel 1957, Sacha Guitry ha scritto, messo in scena e quasi sempre interpretato centoventiquattro pièce teatrali e realizzato trentasei film, tra cui Il romanzo di un baro, tratto da questi Mémoires d’un tricheur che, apparsi in Francia nel 1935, escono in traduzione italiana per la prima volta.
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