Descrizione
Il personaggio che dice “io” quasi non ha il tempo di presentarsi: lo Zingaro appare subito in scena (e non importa se la scena è onirica o meno) e, salvo rare assenze, la tiene occupata sempre. Lo Zingaro viene da lontano, è il freak, il drop out, il filosofo, il profeta. Entra ed esce portando saggezza e provocazione, gioca, straccia le facili verità, fustiga le eredità culturali, fa linguacce a buonismi e isterismi. Non è rivendicativo, semmai vendicativo. Non ammette arretramenti. Stabilisce con l’autore un dialogo serrato, uno scambio sbilanciatissimo di opinioni. I due si scontrano e si incontrano, viaggiano lungo le rotte del presente, attraversando la pandemia, la crisi climatica, le migrazioni, lo stimolo costante dell’informazione e il progresso scientifico. Sorta di nano nietzschiano, che porta alla luce la voce degli ultimi, lo Zingaro conduce alla verità negletta, al passato obliterato, alla fine del tempo. I due protagonisti si scontrano e si annientano, fino ad arrivare al limite degli eventi, letteralmente al buco nero destinato a inghiottire il loro addio. Siamo di fronte a un romanzo pamphlet che ruota intorno alla consapevolezza della Storia e del tempo. Ricchissimo di suggestioni e motivazioni, L’orizzonte degli eventi è una delle opere più autenticamente provocatorie della remissiva cultura italiana. Parla a chi vuole intendere, e per una volta questa limitazione deve essere interpretata come una sfida vera, come coraggio intellettuale.
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