Descrizione
A Pulawy, comune polacco «lgbt-free», un ventenne si nasconde ogni giorno dalle ronde di nazisti a caccia di omosessuali. A Varsavia, i giudici non filogovernativi vengono aggrediti in strada e perseguitati da molti colleghi in tribunale. A Cracovia, un giornalista della tv pubblica si è dimesso perché stanco di fare servizi proni al regime, e ora rischia un processo-farsa. In tutta la Polonia l’aborto è illegale e chi aiuta una donna in difficoltà rischia il carcere. In Ungheria, una sedicenne può essere fermata da un poliziotto che vuole arrestarla per «propaganda gender» perché ha un arcobaleno sullo zainetto. Sono solo alcune delle storie che Tonia Mastrobuoni, corrispondente de «la Repubblica», ha raccolto nei suoi numerosi viaggi in Ungheria e Polonia, e ora racconta in questo libro. A testimonianza di come, a Varsavia e a Budapest, la democrazia abbia subito un’erosione programmatica, avvenuta senza colpi di Stato, assalti ai palazzi o repressioni sanguinose, ma svuotando le fondamenta di queste repubbliche dei diritti essenziali, fino a renderli dei simulacri. Dalla messa al bando del diritto all’aborto alla discriminazione sistematica di donne, gay e lgbt+, alla normalizzazione dei mezzi di informazione, fino alla subordinazione del potere giudiziario a quello esecutivo. I governi hanno ora l’assoluto controllo di tutto e schiacciano ogni opposizione. C’è un clima di terrore, accentuato da bande di aggressori più o meno anonimi, che accompagnano la persecuzione di Stato con minacce di morte e campagne denigratorie, che viaggiano sul web ma arrivano in certi casi fin sotto casa. L’Europa ha tollerato che due Paesi membri scardinassero dal primo giorno i principi che regolano le democrazie in Occidente. E l’Italia sembra correre dei rischi, a leggere delle strategie politico-mediatiche usate anche da noi e dei rapporti intensi tra i leader ungheresi e polacchi e vari nostri governanti. Quello di Mastrobuoni è un inquietante reportage sull’Europa sovranista e oscurantista dei diritti cancellati e delle libertà negate. A due passi da noi.
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