Descrizione
Luccone ci ha regalato un romanzo breve di grande intensità in cui il tema della paternità si intreccia con la ricerca costante e impossibile di un proprio equilibro nella famiglia e nel mondo.
Un viaggio negli abissi di una mente, fra i dolori e le passioni dei legami familiari. Voci. Voci immaginarie che risuonano nella testa del narratore protagonista. Voci di persone reali, che dialogano e si accavallano: la figlia Sabrina, che lo ha ritrovato dopo quindici anni e vuole ricostruire un rapporto, l’ex moglie Rachele, la nuova compagna Gilda e sua figlia Carlotta. Voci dal passato: che cosa è successo quando lui e Rachele inutilmente e disperatamente cercavano di avere un figlio? Com’è stata concepita Sabrina? Ricordi, situazioni e persone paiono sdoppiarsi, ripetersi, in un gioco di specchi deformanti; il vero e il falso sembrano confondersi… Ponendo al centro della scena un uomo con gravi problemi mentali, circondato da donne, e affidandosi con maestria al dialogo come forma privilegiata della narrazione, Luccone costruisce un seducente apologo sulle ossessioni e la liquefazione della famiglia tradizionale. La fragilità degli umani vi è messa a nudo con un montaggio originalissimo, che segue i dettami della memoria: una memoria inaffidabile, ferita, mutilata.
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